Torero? Totaro? Totano? Ma come si chiamerà questo posto che don Roberto ha scelto per la gita di oggi???
Con queste domande inizia un nuovo giorno e, dopo aver preparato gli zaini, partiamo alla volta del Rifugio Valbona. In realtà non è stato semplice capire che avrebbe cercato di salire sul Monte Toraro per l'esattezza o anche chi avrebbe preso il sacchetto con i panini per il pranzo al sacco, oppure ancora chi avrebbe pranzato presso il Rifugio. Ma pazientemente il quadro della situazione si compone e così un nutrito gruppo inizia il percorso verso la cima, guidati dal nostro nuovo amico Carlo, un giovane che d'estate lavora presso il suddetto rifugio come tuttofare. Gli altri rimasti percorrono la strada che conduce alla Malga, mentre altri ancora iniziano ad assaporare quanto divoreranno nel modesto pranzo che di lì a poco li attenderà. I nostri esploratori salgono verso la forcella attraversando prati e ripidi sentieri. Con loro ci sono anche i più piccoli del gruppo, Samuele e Sara. Il panorama che ci offre questa prima meta si rivela davvero spettacolare. E non siamo ancora in cima....
In realtà il sentiero non è faticoso e l'ultimo tratto è su strada asfaltata. Il Toraro è una montagna che offre una vista a 360º sulle valli sottostanti. È facile comprendere il perché fosse questa la sede dei radar utilizzati durante il periodo della guerra fredda a supporto della Base Tuono, sita presso il Passo Coe, ora meta di visite guidate che aiutano ad entrare nel clima di quegli anni.
Sostiamo e consumiamo i nostri panini prendendoci il tempo anche per riposare, chiacchierare, giocare, scattare fotografie. Ogni giorno scopriamo tratti significativi del nostro amico seminarista: a lui non piace portare l'orologio, per questo lo lascia ovunque. Il ritrovamento del prezioso strumento è alquanto fortuito ma davvero esilarante è il momento in cui don Roberto annuncia di aver trovato un orologio. Angelo cerca di spiegare il motivo dello smarrimento, inutilmente! Forse, come anche noi, vorremmo che il tempo un po' si fermasse perché momenti come quello che stiamo vivendo sono davvero unici e vorremmo che fossero interminabili.
Ultima foto di rito, quella di gruppo, poi ritorniamo per ricomporre il gruppo al punto di partenza. Ci accolgono i nostri amici che parlano di favolosi piatti di bigoli e grigliate, vino e grappe e liquori alla prugna. Il clima è sereno, diremmo euforico. La mamma di don Roberto cerca di spiegare come questo liquore a base di prugna non sia una grappa, probabilmente non sapendo che a 38º parliamo di superalcolici! I racconti sono così contagiosi che pur essendo le tre del pomeriggio la cucina viene riaperta. C'è spazio per torte, birre, caffè e anche due grigliate miste.
Scegliamo di tornare a celebrare presso il nostro hotel. Ci diamo appuntamento per le 18 e nella Messa portiamo le molte preghiere che abbiamo nel cuore. Il Vangelo ci propone la versione di Luca del Padre Nostro che ci permette di riflettere sul valore della preghiera e, in particolare, di queste preghiera che ci ricorda come l'uomo si prenda a cuore ciò che riguarda Dio che può chiamare con il nome affettuoso di "papà" e come Dio si prenda a cuore la causa dell'uomo, offrendo il pane, il perdono e la grazia di saper lottare contro ogni forma di male. Dopo la cena si rinnova il rito del caffè e del grappino ma anche si introduce la novità della tisana, a metà tra il salutare e il modaiolo!
Il gioco del pinguino, variazione polare del gioco dell'oca, vede le quattro squadre protagoniste di vari giochi. Scopriamo di avere fra noi dei jukebox viventi nel gioco Sarabanda; degli specialisti nella lotta dei coccodrilli (Marco) e indiscussa campionessa nella lotta dei galli, ops...delle galline (grande Miriam!)! La just dance premia le performance di Marta e Laura, senza però dimenticare le mitiche Gaia, Alice ed Elisa. Si ride, si scherza, un divertimento coinvolgente e rasserenante. La preghiera della sera non è un'interruzione di questo clima ma unicamente la sua spiegazione.
Buona notte!
Nessun commento:
Posta un commento