sabato 24 agosto 2019

Viaggio Pellegrinaggio Francia 2019 - Mont-Saint-Michel Michelle

Ancora una giornata meravigliosa!
Alle 8.00 prendiamo la navetta che porta a Mont Saint-Michel. L’isola prende il nome dal santo protettore San Michele Arcangelo, a cui è dedicata l’imponente Abbazia. Aspettiamo l’arrivo della nostra guida Magali. Iniziamo la visita percorrendo l’unica via di questo piccolo comune che conta diciotto abitanti ma che durante l’anno vede l’affluenza di tre milioni e duecentomila persone. Dopo una breve sosta presso la Chiesa parrocchiale dove celebreremo alle 11.30 proseguiamo la nostra visita. La guida ci parla delle maree e degli inizi della vita sull’isola. La leggenda narra che l'arcangelo Michele sia apparso tre volte in sogno al vescovo d'Avranches, Aubert, ordinandogli di costruire una chiesa in suo onore su quel piccolo isolotto roccioso. Le prime due volte il vescovo ignorò le richieste del Santo finché questi gli perforò il cranio con un tocco del suo dito e solo allora il vescovo si decise ad adempiere alle richieste dell’arcangelo. Era il 16 ottobre del 709 quando il vescovo Aubert fece consacrare la prima chiesa e da allora non ha cessato di attirare pellegrini e tanti curiosi da ogni parte del mondo.
L’abbazia benedettina fu edificata a partire dal X secolo con parti giustapposte che si sono sovrapposte le une alle altre negli stili che vanno dal carolingio al romanico al gotico flamboyant. I diversi edifici necessari alle attività del monastero benedettino sono stati inseriti nello spazio angusto a disposizione. Due comunità di monaci e monache presenti nell'Abbazia garantiscono la preghiera quotidiana.Indescrivibile la vista che si apre sulla baia dalla terrazza dell'Ovest (il sagrato). Entriamo nell’Abbazia e preghiamo con la preghiera che il Papa ha invitato a pregare nella lotta quotidiana contro il male. Interessante l’annotazione che ci indica come ci siano quattro luoghi dedicati a San Michele costruiti su luoghi montuosi disposti lungo una linea alla stessa distanza: Skelling Michael in Irlanda, Mont Saint Michelle in Francia, Sacra di San Michele e Santuario di San Michele Arcangelo in Italia. Su quest’asse in realtà si trovano altri tre santuari dedicati a San Michele: Saint Micheal’s Mount in Cornovaglia, Monastero di Symi in Grecia e il Monte Carmelo in Israele.
Dopo la Cattedrale entriamo nel meraviglioso chiostro “la meraviglia”, nella cripta, nei refettori dei monaci, dei nobili e dei poveri; nella biblioteca. La Cattedrale è costruita su quattro chiese poste a ciascuno dei lati della croce a base latina, che hanno costituito il piano sul quale innalzare l’edificio. 
Salutiamo la nostra ottima guida e ci rechiamo alla Chiesa parrocchiale dedicata a San Pietro. Ci accoglie don Francis, presbitero originario del Camerun, che sta aiutando i due sacerdoti dell’isola in questo tempo estivo. Le offerte che raccoglieremo durante l’Eucaristia sono per un progetto di ricostruzione di una scuola distrutta da un’alluvione. È memoria di San Bartolomeo, gli apostoli ci riportano sempre all’origine della nostra esperienza di fede e il loro martirio alla serietà del cammino della fede. Don Roberto commentando l’episodio di Filippo che guida Natanaele all’incontro con Gesù ci ricorda tutti coloro che sono stati per noi testimoni della fede e ci hanno indicato con il loro esempio come cercare il Signore. Il luogo che visitiamo infine ci parla della lotta contro il male, il male in noi e quello che subiamo. Chiediamo per intercessione di San Michele di saper lottare contro ogni forma di male. 
Dopo la messa abbiamo del tempo libero prima di riprendere la navetta che ci porterà di nuovo al villaggio per il pranzo. Cartoline, souvenir, ma anche assaggio di cidro servito in caratteristiche ciotole.
Dopo il pranzo riprendiamo il pullman per raggiungere Tours. Il viaggio è lungo ma l’ottima e sicura guida di Oliviero ci porta sicuri all’Hotel Ibis Style di Tours Sud. È un hotel di periferia, dopo cena proviamo ad avventurarci per le vie intorno all’albergo ma non troviamo nulla di interessante. Chi sale in camera, chi si ferma al bar, è l’occasione per dialogare, conoscersi. Negli occhi abbiamo ancora lo straordinario spettacolo della Cattedrale di Sant Michelle, lo stupore per quella magnificenza e per come uomini abbiano portato su quello sperone di roccia, legno, pietre, cibo , sfidando le maree, per vivere un’esperienza che non è finita, una storia che continua ed è una meraviglia. 

Buona notte.

venerdì 23 agosto 2019

Viaggio Pellegrinaggio Francia 2019 - Rouen

Au revoir Paris!
Si parte per Rouen perla della Normandia. Incastonata fra la Senna e il mare Rouen è rimasta magicamente illesa dalle devastazioni della guerra e conserva non solo una delle più eccezionali cattedrali gotiche d’Europa ma un centro storico senza pari, che conserva un cuore medievale con più di duecento case a graticcio autentiche sopravvissute non solo al secondo conflitto mondiale ma anche alla Guerra dei Cent’anni. Qui inoltre trovò la morte sul rogo Giovanna d’Arco. Incontriamo la nostra guida Luisa che attraverso le vie del centro storico ci porta a visitare la Cattedrale mostrandoci le case a graticcio le più antiche costruite con legno di quercia e gesso le più recenti con mattoni. Passiamo davanti alla splendida Chiesa di Saint Maclou, straordinario esempio di gotico fiorito, ma non possiamo entrarvi perché è chiusa. Arriviamo alla cattedrale Notre-Dame ed entriamo dalla torre nord detta di San Romano, patrono della città. Eretta nel 1185 fu la prima costruzione della cattedrale gotica. Venne poi sopraelevata in stile fiammeggiante nel 1468-78 fino a raggiungere l'altezza di 82 metri. All’interno incontriamo subito la scala della libreria e veniamo introdotti alla lettura dell’architettura del meraviglioso edificio. Luisa ci parla delle vetrate in parte perdute durante la guerra. Percorriamo il deambulatorio dove troviamo alcune tombe e tra queste quella che custodisce il cuore di Riccardo Cuor di Leone. Nell’abside le cappelle dei Santi Andrea e Bartolomeo, della Vergine e dei Santi Pietro e Paolo.
Percorriamo la navata centrale e usciamo dalla porta di San Giovanni, dalla piazza la nostra attenzione viene richiamata sul portale di Santo Stefano e su quello di Nostra Signora. Possiamo anche cogliere il pizzo di pietra che svetta verso il cielo, la Torre di Burro (chiamata così perché realizzata con i proventi della tassa su coloro che volevano mangiare burro durante la quaresima) e sulla Torre Centrale che svetta per 151 metri. Ci viene ricordato anche che Monet realizzò circa una trentina di tele ispirate da questa Cattedrale bellissima con qualsiasi condizione atmosferica. Noi ci godiamo lo spettacolo immersi nella luce di una giornata soleggiata.
Lasciamo la cattedrale e subito ci imbattiamo nel Gros-Horloge posto all’inizio della via omonima. Le due facce del Grand'Orologio, nel 1389 e montato nella posizione attuale nel 1529, adornano l'elegante arco che lo accoglie al suo interno. Al centro dell'orologio noterete un sole dorato a 24 raggi in uno sfondo di cielo stellato. L'oculo in cima al quadrante ospita una sfera che indica le fasi lunari (ma la guida dice che da un po’ di tempo è sempre nella stessa posizione). Sotto la raggiera, si trova un'apertura quadrangolare che ospita scene allegoriche raffiguranti i giorni della settimana. L’orologio funziona ma non è preciso, forse perché non siamo in Svizzera?
Ci rechiamo in uno dei luoghi simbolo di questa affascinante città:  Place du Vieux-Marché dove nel medioevo venivano eseguite le condanne capitali compresa quella di Giovanna d’Arco nel 1431. La memoria della giovane Pulzella di Orleans pervade la città: lapidi, statue e la Chiesa a lei dedicata. La storia di questa Santa uccisa con un pretesto religioso, tradita dalla sua Francia ci interroga e ci riporta ad un tempo fatto di intrighi, battaglie, pregiudizi, corruzione e santità. Santa Giovanna oggi patrona di Francia è “raccontata” nelle vetrate che abbelliscono la chiesa moderna a lei dedicata. Non c’è una tomba dove pregarla ma spesso la tomba degli eroi è il cuore della gente. 
Salutiamo la nostra guida e ci rechiamo a pranzo. Il ristorante Les Maraichers guarda proprio sulla Piazza che abbiamo appena visitato. Un tortino di formaggio Camembert in crosta con mele si presenta come novità dei nostri appuntamenti gastronomici, come anche il dolce tipico francese che ci viene proposto, l’Ile flottante una nuvola di meringa su crema inglese.
Alle 14.30 abbiamo l’appuntamento della Messa in cattedrale. Ci accoglie il gentilissimo sacrista Olivier. Celebriamo in una bellissima cappella nascosta nella bellissima Sacrestia. La scelta di farci celebrare qui è per metterci al riparo dal possibile disturbo che il passaggio dei numerosi turisti potrebbe recarci. Nell’omelia don Roberto prendendo spunto dal vangelo fa riferimento all’ipocrisia che decretò la morte di Giovanna e alla sua successiva riabilitazione. In realtà anche al tempo dell’ingiusta sentenza ci furono uomini che cercarono di difendere la giovane ma certamente è sempre presente il rischio di sacrificare qualcuno per interessi privati. In questi giorni abbiamo ascoltato di guerre di religione, di roghi, di uomini che “hanno imposto su altri pesi che loro non hanno neppure toccato con un dito”, “che hanno chiuso il cuore alla Verità impedendo che anche i più piccoli ne potessero godere”. Abbiamo il dovere di conoscere, di informarci e approfondire la storia, anche quella del cristianesimo per non essere anche noi tra quelli che danno giudizi sommari o parlano senza saper rendere conto delle proprie affermazioni.
Un’ultima sguardo alla Cattedrale e poi di nuovo sul pullman, Mont Saint Michelle è la prossima meta.

Arriviamo all’Hotel Gabriel posto in un villaggio che dista circa due chilometri dall’Abbazia. Ceniamo a La Rosticerie e poi decidiamo di incamminarci verso questo luogo reso ancora più “magico” dalla luce del giorno che si spegne e dall’illuminazione che punteggia l’isola accessibile solo con la bassa marea. Dal 2013 si può arrivare al piccolo paese solo a piedi o attraverso navette. Proviamo a carpire delle immagini con macchine fotografiche e cellulari ma soprattutto lasciamo che il fascino di questo luogo ci pervada e ci riporti nel passato. Allora le immagini si scolpiscono nel cuore, lo stupore spegne le parole, il silenzio che fino dall’VIII secolo era cercato dai primi monaci bussa all’anima e chiede di considerare che questo luogo è diventato così solo perché qui gli uomini hanno cercato Dio. Questa sera possiamo dire veramente: dormiamo in pace! 

giovedì 22 agosto 2019

Viaggio Pellegrinaggio Francia 2019 - Versailles

È il giorno di Versailles. Tutti abbiamo fantasticato su questa reggia che è stata il riferimento per la costruzione di altre Regge come quella di Caserta o Venaria e dell’austriaca Schonbrunn. Un inconveniente ci fa ritardare così partiamo alle 9.30. Sono circa venti i chilometri che dobbiamo percorrere per arrivare alla reggia, uno dei più bei capolavori dell'arte francese del XVII secolo. Semplice villino di caccia all'epoca di Luigi XIII fu trasformato in splendido palazzo reale dal re Sole che vi trasferì la corte nel 1682 e rimase la sede ufficiale del potere sino alla Rivoluzione Francese. In seguito, la bella dimora reale fu trasformata in Museo dedicato alla Storia di Francia per volere di Luigi Filippo e nelle sue sale confluirono una serie di opere che testimoniano tutt'oggi i grandi eventi della storia francese.
Luigi XIV salì al trono quando aveva solo cinque anni nel 1643 e rimase sotto la tutela della madre e del cardinale Mazzarino sino alla morte di quest'ultimo. Annunciò alla corte che nulla si sarebbe più fatto senza il suo ordine. La celebre espressione L'état c'est moi indicava i chiari intenti assolutistici del suo programma di governo: tutti i suoi sforzi, all'interno, furono rivolti a compiere il processo di accentramento della vita politica della nazione, all'erosione del potere nobiliare, mentre in politica estera si prodigò in guerre per avere l'egemonia in Europa ma senza prospettive di espansione coloniale e commerciale. Riuscì solo parzialmente ad unificare la Francia sotto un’unica corona e non riuscì ad esercitare il controllo assoluto del Continente.
Le innumerevoli stanze si susseguono con il loro sfarzo e ricercatezza. Una delle sale più suggestive della reggia è la galleria degli Specchi, che risplende nella luce riflessa dai suoi tanti specchi e nella bellezza dei suoi stucchi e delle pitture di Le Brun. La grande Galleria esprime nella sua ricchezza il successo politico, economico ed artistico della Francia. Essa veniva utilizzata quotidianamente come luogo di passaggio, di attesa e di incontro ed era frequentata da cortigiani e da visitatori. Nonostante il suo splendore, la galleria degli specchi fu solo eccezionalmente lo sfondo di cerimonie, allorché si vollero dotare del più grande fasto i ricevimenti diplomatici o le feste offerte in occasione delle nozze reali. In tali occasioni, il trono era posizionato su un podio al fondo della galleria. Fu proprio qui, inoltre, che fu firmato il 28 Giugno 1919 il Trattato di Versailles che pose fine alla Prima Guerra Mondiale e, da allora, i Presidenti della Repubblica Francese vi continuano a ricevere gli ospiti ufficiali della Francia.
“Versailles non è a misura d’uomo” continua a ripetere la nostra ottima guida, è facile dunque perdersi, così non ci stupiamo se proprio all’ultima sala una di noi segue un altro gruppo e si ritrova nei giardini che noi, ahimè, non potremo percorrere. Dopo una piccola ricerca la pecorella è ritrovata e don Roberto la riporta all’ovile, non sulle spalle, ma ugualmente felice.
Pranziamo a La Brasserie de le Musee. Il menù non prevede nulla di nuovo ma ritroviamo il dolce che abbiamo già assaggiato ieri sera: un savoiardo con del gelato al cioccolato.
Il tempo corre veloce e così il pullman ci porta al Santuario della Madonna della Medaglia Miracolosa.  Poche parole sull’origine di questa devozione. Il 27 novembre 1830 la Madonna vestita di un abito di seta bianca, che teneva il mondo tra le mani, stringendolo all’altezza del cuore apparve alla santa umile Caterina Labouré. L’immagine era racchiusa in una cornice ovale, come se si delineasse il bozzetto di una medaglia, contornata da una scritta in lettere d’oro: «O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi», invocazione allora inusuale. Poi la cornice ruotò su se stessa e apparve la lettera M sormontata da una croce e, sotto, due cuori: uno circondato dalla corona di spine, l’altro trafitto da una spada. La Vergine chiese alla giovane novizia di far coniare una medaglia secondo la visione avuta e di diffonderla in tutto il mondo. La ragazza avrebbe voluto poter trasmettere almeno la spiegazione dei due simboli, ma le fu detto soltanto: «La lettera M e i due cuori dicono abbastanza!». Parigi era allora devastata da un’epidemia di colera. Dopo qualche resistenza, la medaglia fu realizzata da un orafo di Parigi e furono tante le guarigioni e le grazie di conversione che in pochissimi anni fu necessario coniarne milioni di copie. Il quotidiano La France, nel 1835, già sosteneva che quel piccolo oggetto sacro era diventato «uno dei più grandi segni della fede, degli ultimi tempi». E quando, nel 1854, Pio IX definirà il dogma dell’Immacolata Concezione, riconoscendo che «era una verità tenacemente custodita nel cuore dei fedeli», potrà fondarsi anche sul fatto che c’erano già almeno dieci milioni di cristiani che ne portavano sul cuore la medaglia miracolosa.
Le suore della carità di San Vincenzo de Paoli ci accolgono con disponibilità e cordialità. Celebriamo nella tribuna del Santuario. È la memoria di Santa Maria Regina e nell’Eucaristia chiediamo la grazia di un’autentica devozione mariana, perché sia Maria a condurci a Gesù, Lei la Mamma del Re che intercede per noi come Regina. Nella preghiera in modo singolare ricordiamo Enrica la Mamma di don Fulvio Rossi e portiamo a Maria la preghiera di intercessione di quanti si sono affidati alle nostre preghiere. Con noi concelebra anche u sacerdote parigino, don Camillo.
Lasciamo il tempo necessario per gli acquisti nel negozietto delle Suore e riprendiamo il pullman. 
Al Venezia questa sera c’è la pizza ed è anche molto buona.
La serata è libera e a piccoli gruppi ci si muove verso il centro. Altri rimangono in albergo.

Si narra di un gruppo che si è diretto verso il Centro Pompidou, di una Chiesa aperta nel cuore della movida, di maledizioni ricevute da un poraccio al quale hanno rifiutato una sigaretta, di una sosta al Paradise per bere qualcosa e scoprire che le crepe al Gran Marnier è buona mentre il Mojito è meglio quello che facciamo in casa. Si raccontano tante storie e non sono il frutto di fantasie, ma di questa esperienza che ci sta regalando sempre nuove emozioni. Merci Paris.

mercoledì 21 agosto 2019

Viaggio Pellegrinaggio Francia 2019 - Parigi

Dopo una colazione un po’ caotica ci prepariamo per l’inizio del nostro tour per le vie di Parigi. Incontriamo la nostra guida Elisabetta che ci accompagnerà nei nostri giorni parigini. La prima meta è la Basilica del Sacro Cuore, situata sulla sommità della collina di Montmartre. Caratterizza la struttura il materiale esterno, ovvero la pietra di Château-Landon, un travertino resistente al gelo e capace di divenire ancora più bianco e lucido con l'età e al contatto della pioggia. All'ingresso, davanti al portico a tre archi, ci sono le statue dei santi Giovanna D’Arco e Luigi dei Francesi. All’ingresso siamo rapiti dal  mosaico d'oro dell'abside che raffigura il Sacro Cuore di Gesù. È qui che celebreremo l’Eucaristia. Il gentilissimo sacrista Bruno prepara il necessario e ci conduce nella cripta. Facciamo memoria di San Pio X. La lettura di San Paolo riporta le parole che il Parroco ha scelto per il suo 25mo di ordinazione: “così affezionato a voi avrei desiderato trasmettervi non solo il Vangelo di Dio ma la mia stessa vita perché mi siete diventati cari” (1Ts 2,8) Nell’omelia don Roberto ringrazio i pellegrini per avergli permesso di vivere anche questa esperienza  e li invita ancora a pregare per lui. Ma ricorda di pregare più Sacro Cuore di Gesù per tutti i sacerdoti, in particolare per quelli vivi o defunti che sono state figure significative per la loro vita. 
Al termine della Messa ancora uno sguardo al grande mosaico e poi ci rechiamo a Place du Tertre, la piazza degli artisti, famosa in tutto il mondo per i suoi artisti, pittori, e ritrattisti, questa antica piazza risale al 1635. Dal tardo XVIII secolo fino all’inizio del primo conflitto mondiale era frequentata da tutta la cultura bohemien, uno stile di vita che nasce dal nulla, usando solo la creatività per potersi costruire una vita dignitosa ed estroversa. Il termine deriva dalla falsa credenza popolare secondo la quale i gitani, con cui confinavano gli esponenti del movimento, provenissero dall'attuale Repubblica Ceca. Si narra che fu proprio in un locale che si affaccia sulla nota piazza che nacque, nel 1814, la parola bistrot, lessico che sarebbe, quindi, derivato da alcune esortazioni fatte da dei cosacchi russi. È davvero un luogo curioso che merita di più di un giro fugace, alcune opere anche solo ad una prima vista raggiungono e stupiscono.
Prendiamo il pullman per recarci nella zona del Pantheon dove avremo il pranzo. Al ristorante Le Volcan ci attende un’insalatina con uova e prosciutto molto saporita, un piatto di boeuf Bourghignon à l’ancienne e della macedonia fresca il tutto accompagnato da un Cote de Bourg AOC ”Chateau les Bascauts”.
Riprendiamo il pullman e il nostro tour acquista le caratteristiche di quegli itinerari fatti su bus a due piani che girando per la città illustrano monumenti e luoghi degni di menzione. Fare un elenco? Impossibile. La bellezza dei palazzi - ma quanto è grande il Louvre? - ci fa dimenticare per qualche momento la tristezza che avvolge la Cattedrale di Notre Dame. Ci fermiamo in Place de La Concorde, Piazza della Concordia, in francese Place de la Concorde, l’immensa piazza posizionata ai piedi degli Champs-Elysées. Al centro della piazza, fiancheggiato da due splendide fontane, sorge l’obelisco egizio di Luxor, risalente al XIII secolo a.C. e donato nel 1836 alla Francia. Ai lati di Piazza della Concordia vi sono otto statue allegoriche raffiguranti le più importanti città francesi. L’ottima posizione permette di vedere gli Champs-Elysées, il giardino delle Tuileries, la Madeleine, il Musée de l'Orangerie e la Galerie nationale du Jeu de Paume. Riprendiamo il pullman per andare verso uno il simbolo di Parigi: la Torre Eiffel. La costruzione fu chiamata così dal nome del suo progettista, l'ingegnere Gustave Eiffel.  La struttura fu costruita in meno di due anni, dal 1887 al 1889, in occasione dell'"Exposition Universelle" con lo scopo di commemorare il centenario della Rivoluzione Francese. Il monumento interamente realizzato in ferro raggiunge i 320 mt. di altezza. Inizialmente Eiffel aveva avuto il permesso di lasciare in piedi la Torre per soli 20 anni, ma vista la sua utilità per motivi di comunicazione e come laboratorio per studi scientifici gli fu dato il permesso di lasciarla montata. Dopo le innumerevoli foto di rito riprendiamo il nostro percorso. Elisabetta snocciola ininterrottamente nomi di palazzi e monumenti nella speranza che impariamo la geografia della città e anche il francese. 
Arriviamo in Hotel e abbiamo il tempo per prepararci per la serata, ci attende infatti il giro in battello sulla Senna. Per la cena torniamo al ristorante Venezia meta di molti gruppi e per questo c’è un po’ di confusione ma il cibo è buono.
Al termine della cena siamo accompagnati dalla guida Andrea verso la fermata del Trocadero nei pressi della Torre Eiffel dobbiamo prendere tre linee della metropolitana ma ne vale la pena. Alle 22.00 siamo sul Bateau Parissien e inizia lo spettacolo della Torre che già spettacolarmente illuminata, tanto da apparire dorata, inizia a lampeggiare per ben dieci minuti. È una serata piacevole e il viaggio ci permette i vedere da tutt’altra prospettiva palazzi e monumenti.
Torniamo in Hotel con la mente e il cuore colmi di immagini e la stanchezza è il giusto prezzo di un’altra giornata speciale.

A domani

martedì 20 agosto 2019

Viaggio Pellegrinaggio Francia 2019 - Reims

La partenza è fissata per le 7.30. Colazione e preparazione della valigia perché questa sera dormiremo a Parigi. Tre ore di pullman ci separano da Reims. Nella città del nostro patrono San Remigio ci attende un caro amico. Padre Jean (Gianni) Larghi ha origini italiane e dal 1966 ha vissuto ogni anno le vacanze in Italia tenendo i contatti con zii e molti cugini. Il 26 luglio nella Parrocchia di Figliaro ha ricordato il suo 50mo anniversario di ordinazione. Ricambiamo una visita da lui attesa da molto. Al nostro arrivo lo troviamo  sul sagrato già pronto con i paramenti. La celebrazione è intensa, la straordinaria bellezza della Basilica rapisce il cuore. 
Costruita intorno all'anno 1000, questa grandiosa abbazia benedettina è dedicata a San Remigio, il vescovo che nel 496 battezzò il re Clodoveo in seguito alla sua conversione dopo la battaglia di Tolbiac, nella quale aveva sconfitto gli Alemanni. Clodoveo, che apparteneva alla dinastia dei Merovingi, divenne in questo modo il primo re cristiano di Francia.
Morto nel 533, all'età di 96 anni, il vescovo Remigio godeva di una tale reputazione che fu subito santificato. La notizia di alcuni suoi miracoli avveratisi post-mortem rafforzò la sua fama, e l'abbazia divenne continua meta di pellegrinaggi.
Ampiamente danneggiata durante la Rivoluzione Francese, come tante altre chiese, la chiesa perse gran parte del suo corredo artistico e architettonico, e persino il grande sarcofago che contiene le reliquie del santo è una ricostruzione successiva.
Remigio è ricordato anche nello splendido lampadario pensile chiamato "Corona di luce" (rifatto nel XIX su copia di un esemplare più antico, notevolmente deteriorato). La sua forma circolare a 12 lobi simboleggia la Gerusalemme Celeste, e le 96 candele corrispondono agli anni di vita di San Remigio.
Celebriamo la Santa Messa in memoria del Santo protettore della città di Reims e compatrono della Parrocchia di Figliaro. Padre Jean nell’omelia ricorda il nuovo impulso missionario che il Vescovo Eric sta proponendo alla Diocesi. Momento iniziale di un nuovo percorso di evangelizzazione coinciderà con la festa liturgica del Santo, 1 ottobre 2019.
Al termine dell’Eucaristia ci rechiamo al luogo che custodisce le reliquie del Santo. Qui don Roberto propone una preghiera che abbraccia la Parrocchia di Figliaro, l’Unità Pastorale è il 50mo di Padre Jean. Chiediamo la benedizione del Signore su tutti noi per l’Intercessione del Santo Patrono. C’è tempo per una visita e per qualche foto, in particolare quella con il nostro amico sacerdote.
Lasciata la Basilica raggiungiamo il centro Città dove abbiamo la prenotazione del pranzo al “Les salons des 3 Brasseurs”. Il primo piatto è sempre una piccola insalatina accompagnata da fettine di salame, il secondo è una fetta di jambon con contorno di patate arrosto (con buccia), come dessert crème caramel. Il vino sale di qualità, probabilmente anche ben indirizzati da padre Jean che ci suggerisce un corposo Côte du Rhône.
Al ristorante incontriamo la guida che ci introdurrà alla conoscenza della Cattedrale di Reims. Apprezziamo l’impegno ma è proprio difficile seguire le spiegazioni: “tutte decorazioni, tutte decorazioni”. Rimaniamo affascinati comunque dal numero spropositato di statue. Le più famose sulla facciata sono in restauro, ma che spettacolo l’Angelo che sorride.
Come in ogni cattedrale, Bibbia e Catechismo sono illustrate per immagini, per garantire anche a chi non conosceva il Latino - la lingua ufficiale della liturgia - di poter conoscere Dio. All’epoca in cui venivano erette, le cattedrali gotiche rivestivano il ruolo di insegnamento che oggi si affida ai libri. La popolazione in gran parte non sapeva leggere ma conosceva molte storie a memoria, sapeva spiegare simboli oggi per noi indecifrabili e, soprattutto, sapeva osservare con un’attenzione di cui non immaginiamo nemmeno l’intensità.
Per la loro comprensione vi rimandiamo alle guide specializzate e a internet. Noi nel nostro itinerario all’interno del luogo sacro abbiamo sostato davanti alle vetrate disegnate nel 1971 da Marc Chagall. 
Il tempo corre ma non è ancora ora di partire. Padre Jean ha preparato per noi una sorpresa. E così con stupore ci troviamo nel giardino dell’Episcopato per una merenda a base di biscottini e Champagne. Che bello sentire il Cancelliere raccontare delle sue esperienze italiane e della sua Francia, della guerra e del faticoso cammino di riconciliazione e di pace, di San Remigio di Reims e di San Remigio di Figliaro. 
Partiamo lieti, non “allegri”, per un incontro che ha creato gioia, è non possiamo che dire “merci Pere Jean à la prochaine”.
E ora ci aspetta Parigi. Il viaggio procede tranquillo e arriviamo nella Capitale per le 18.00. Il nostro Hotel è nel quartiere Bercy, IBIS Styles. Consegna delle camere e poi cena al Ristorante Venezia, ristorante italiano. Ecco allora serviti abbondanti piatti di una buona pasta all’amatriciana, carne di maiale con patate e frutta fresca. Dal vinello non pretendiamo niente anche perché è più economico.
Dopo cena la maggior parte decide di andare a fare quattro passi. Metropolitana fino a Chatelet e poi camminiamo verso Notre Dame. Possiamo solo intuire la desolazione che avvolge la Cattedrale: transenne, polizia, operai. Lo spazio è interdetto a motivo dei lavoro di consolidamento delle mura, ma anche a motivo del forte inquinamento dovuto alla fusione del piombo elemento essenziale di legatura usato per le vetrate. 

Torniamo verso l’Hotel per trovare il giusto riposo. Domani inizieremo a conoscere meglio Parigi. Bonne nuit!

lunedì 19 agosto 2019

Viaggio Pellegrinaggio Francia 2019 - Annecy e Digione

Buongiorno!
Partiamo puntuali, siamo 33 e dopo il primo carico a Figliaro, passiamo a Binago. 
Oliviero è il nostro autista e Isabella la coordinatrice del viaggio. 
La preghiera introduce al viaggio e non manca iul ricordo della nostra amica Ina che è con noi in un modo che ci risulta ancora difficile da accettare ma che nella fede viviamo con gratitudine per tutto il bene che ci ha donato. 
Isabella ci illustra le tappe del viaggio. Per ora per molti di noi la maggior parte dei luoghi che visiteremo sono solo nomi ma ben presto saranno esperienze da raccontare. 
Intorno alle 8.30 facciamo una sosta nei pressi di Aosta. Sta piovendo. Mezz’ora passa in fretta tra toilette, caffè, cappuccino e brioche. Curiosa la visita al mercatino dove si trova davvero di tutto: dal Primitivo di Manduria alla Grappa Sant’Orso, dai peluche ai panettoni. 
Qualcuno prudentemente compra un ombrello ma usciti dall’autogrill non piove più. 
Il cielo alterna squarci di azzurro e nubi che fanno da corona alle montagne. Presto arriviamo al traforo del Monte Bianco; non ci sono code e così lo attraversiamo in fretta con quello stupore che accompagna coloro che pensano a come l’uomo sia capace di opere straordinarie e di tanto lavoro. Non conosco il nome di chi ha progettato il tunnel e neppure di nessuno degli operai di quell’immenso cantiere, del resto fino allo scorso anno Morandi era per me il nome di un cantante e di una ditta di trasporti. Ognuno fa la sua parte in questo strano mondo e se lo fa bene regala tanto bene a molti che inconsapevoli ne godono senza mai dire grazie. Anche questa è un’opera straordinaria degli uomini: fare bene solo perché fare bene è giusto.
Arriviamo in Francia nella regione che è il motore economico di questo stato. La nostra prima tappa è Annecy capitale del dipartimento dell’Alta Savoia. Questa città, chiamata anche la Venezia di Savoia, posta a nord del lago omonimo è costruita sul fiume Thiou ed è indissolubilmente legata alla storia di San Francesco di Sales e di Santa Giovanna di Chantal. Il Santo vissuto nel sedicesimo secolo, fu protagonista di una tenace lotta alla diffusione del Calvinismo. La sua azione pastorale centrata sul confronto e il dialogo, con mitezza e carità pur tra grandi difficoltà portò numerosi frutti di molte conversioni. La sua spiritualità è legata alla seria assunzione delle promesse battesimali, alla costante esortazione a considerare come tutti siamo amati da Dio e per questo chiamati alla santità. 
Ci rechiamo alla Basilica della Visitazione, dove di trova anche l’attuale Monastero delle Suore Visitandine, ispirate a San Francesco in una visione e istituite dopo l’incontro con Santa Giovannadi Chantal nel 1611. La Basilica è posta su un colle che domina la città.


Le Suore, grazie alla preziosa iniziativa di Isabella, ci concedono di celebrare in Basilica. Celebriamo la memoria dei due Santi le cui spoglie sono proprio custodite in questa Chiesa. Le parole del salmo 33: Preserva la lingua dal male,
le labbra da parole bugiarde.
Sta' lontano dal male e fa' il bene,
cerca la pace e perseguila. Ci invitano a custodire il valore delle parole come ha fatto il Santo dottore, patrono dei giornalisti e degli scrittori. In questo tempo  nel quale le parole spesso non sono benedette scegliere di partire da ciò che è più quotidiano nei nostri rapporti può diventare umile via per costruire una piccola ma significativa realtà che promuova la pace e ci esorti a fare il bene come esortava sempre il Santo: “camminare alla presenza di Dio tranquillamente, cercando di fare il bene con cura, spesso e con generosità”.
Salutiamo la gentilissima Suor Marie Jean, che ricordo il 50mo di professione perpetua, e scegliamo di ascoltare un audio guida che ci permette di cogliere la bellezza della Chiesa nella ricchezza dei simboli dal mosaico al tabernacolo, e nello splendore delle vetrate policrome che raccontano la vita dei due santi. 
Breve sosta ad un piccolo negozietto di ricordi e ritorniamo in pullman per recarci al luogo del pranzo.
Le Sardo appare un “caratteristico” ristorantino arredato con una quantità infinita di cose tra loro diverse: bottiglie, scarponi, da sci, tegami in rame, campanacci... Nei bagni la pubblicità di un ristorante asiatico. Prendiamo posto e attendiamo il cibo, sì lo ammettiamo siamo prevenuti ma siamo stati in Bulgaria e speriamo che i nostri cugini cerchino di fare una migliore figura. Ecco il Menù: soppressa in crosta, pollo ripieno con patatine e macedonia fresca. Vino troppo giovane per lasciare il segno. Dopo il pranzo abbiamo a disposizione un’oretta di tempo libero. 

Il centro di Annecy vede la presenza di moltissimi turisti così un caffè espresso, benché buono e ci mancherebbe, lo paghi quasi il doppio del normale e due cognac valgono il prezzo di una bottiglia intera. Dopo qualche foto al Palais de l’Isle, che custodiva le antiche prigioni e ha le fondamenta nelle acque del fiume, e la visita veloce delle chiese di San Francesco e San Maurizio riprendiamo il viaggio. Ci dirigiamo verso Digione che raggiungiamo dopo circa tre ore di viaggio passate tra profonde dormite, chiacchiere infinite  e un interessante filmato su San Francesco di Sales. La visita alla Cattedrale San Benigno, martire del II secolo, non è in programma, ma l’ottimo Oliviero ci porta proprio a pochi metri dalla Chiesa così da consentirci una breve visita.
Alloggeremo questa notte presso l’Hotel Ibis nei pressi dell’Auditorium della città. Ceniamo in una  brasserie,  “Le Rameau”.
Come primo piatto, in ciotole di carta, caprese con cipollle e una salsa che sembra essere un surrogato del pesto; il secondo è uno spiedino con patate arrosto con buccia. Il vino è meglio di mezzogiorno ma rimaniamo lontano da una soddisfacente promozione. Una panna cotta con mousse di fragole completa la cena. Un gruppetto ha ancora energie sufficienti per una passeggiata verso il centro. Carini alcuni scorci su vecchie abitazioni e  la Piazza del Palazzo dei Duchi. 

Torniamo che è ormai tempo di dormire contenti di aver visto “Di...gione” e “Di...notte”. Andiamo a dormire stanchi ma contenti.  Domani ci aspetta l’incontro con San Remigio e partiremo presto. 
Buona notte