domenica 5 aprile 2020

Le ultime parole di Gesù sulla croce



Sette parole furono pronunziate da Nostro Signore durante la sua passione in croce. Esse sono linfa vitale per tutti noi ... Parlò francamente, per amor nostro, a nostro vantaggio e per nostra salvezza. Ogni parola ebbe il suo effetto ... le sue furono parole di benedizone e di grazia. Fu un momento di benedizione, degno d’ogni beatitudine ... sulla croce non condannò alcuno, non punì alcuno, malgrado tutti i suoi dolori. Egli non venne a condannare, ma a salvare il mondo.
(Sheruda III, patriarca di Alessandri d’Egitto)


Il mistero della passione di Gesù Cristo è il cuore della fede cristiana e, dunque, ad esso bisogna ritornare sempre per ritrovare il senso del nostro credere. La lettura dei quattro testi evangelici della passione ci consegna il ricordo delle ultime parole pronunciate da Gesù in un momento così tragico. Queste parole, o brevi frasi, sono state fonte di grande devozione e spunto per esercizi spirituali di preghiera.

Sette parole, come le sette luci della menorah, il candelabro che bruciava nel tempio e che con le sue sette lampade rappresentava lo sguardo di Dio su tutto il mondo. Così Gesù osserva dalla croce fissando il male negli occhi e chiamandolo per nome: sete, tenebra, abbandono. Con queste parole Gesù ci consegna il messaggio di Dio, il messaggio della croce che appare folle e scandaloso per gli intellettuali ma porta della salvezza per i credenti. Sette parole come i sette giorni della settimana Santa che ci apprestiamo a vivere e che ci chiedono, oggi più che mai, di rivolgerci al vero mistero che la Pasqua dischiude, cercando nel nostro intimo di sentire la voce di chi, ancora inchiodato alla croce, urla per farsi sentire anche da noi.

Quando Gesù morì sulla croce “si fece buio su tutta la terra”. La tenebra vince la luce e l’intera creazione sembra accompagnare l’agonia di Gesù da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio. Mentre Gesù è agonizzante sulla croce, molte parole salgono verso di lui: non una parola di consolazione, non una parola di saluto, non una parola buona per un morente. Al contrario, egli viene deriso, bestemmiato, schernito, insultato e perfino tentato. Proprio a queste parole Gesù risponde con frasi brevissime dirette al Padre o alla sua comunità incarnata, sotto la croce, dalla Madre e dal discepolo da lui amato. Parole suggellate dall’alto grido emesso da Cristo prima di spirare, un grido di dolore, fatica e preghiera ma non di disperazione. Con questo grido Gesù dà voce alle grida di tutti gli esseri umani che si rivolgono al Padre: ogni grido, nel suo grido!

Un grido che percorre tutta la terra e che vuole dire la comunione con Dio. Un grido che travolge tutti, perfino un centurione che allora afferma: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio”.

Le parole di Gesù sono atto preciso che dicono il voler rendere a Dio il dono della vita ricevuta.

Nessun commento:

Posta un commento