sabato 31 dicembre 2016

Gesù la luce che illumina ogni uomo

Parole tra Natale e l'inizio di un nuovo anno

Rimango sempre affascinato dalle persone che dedicano tempo a realizzare il presepio. Anche quest’anno non sono riuscito io a prepararlo e fortunatamente ho la mia Mamma che nella mia casa mette i segni del Natale, e anche il presepio.
Camminando per le strade delle nostre Comunità ho pensato a un presepe, a un presepe dove c’è tantissima luce.
Innanzitutto nel mio presepe ci sono dei lampioni. I lampioni danno una luce intensa, forte che è capace di spezzare l’oscurità; i lampioni danno sicurezza, soprattutto in quelle sere dove il buio è fitto oppure quando inizia a salire la nebbia. Ho pensato che i lampioni sono i papà. I papà sono capaci di illuminare il cammino, a volte sembrano lontani, distaccati, freddi come un lampione - una luce in alto -, eppure ci accorgiamo quando manca la luce di un lampione e la invochiamo perché il procedere sulla strada diventa meno sicuro. Nel mio presepe ci sono dei lampioni, ci sono tanti papà.
Nel mio presepe ci sono delle lucette piccole, quelle notturne che si mettono nelle prese e servono solamente di notte, pare. Sono capaci di dare un po’ di sollievo quando svegliandosi nel cuore della notte, o per andare in bagno o per prendere dell’acqua, illuminano quel tratto di cammino sufficiente per non inciampare. Sembra una luce inutile eppure tutti noi in qualche momento ci siamo accorti di quanto fosse importante avere una luce così, nella stanza o nel corridoio. Ho pensato che queste luci assomigliano alle nostre mamme. È una luce mite, discreta, delicata, non fa rumore, non fa chiasso ma è sempre accesa e serve sempre nel momento più opportuno. Le mamme sono così: ci sono sempre, capaci di illuminare quel tratto di cammino quando siamo in difficoltà. Portano un po’ di sicurezza, a loro possiamo aggrapparci sempre. Nel mio presepe ci sono tante, tante mamme.
Ho pensato ai bambini. Loro mi ricordano le luci colorate del presepe che si illuminano e si spengono. Tanti colori diversi, come sono i bambini: tutti diversi ma tutti luminosi, soprattutto con i loro sorrisi. Le luci del Natale ormai ci sono sempre, quasi non fanno neanche più stupore, eppure davanti ai bambini ci stupiamo, come questa sera davanti al nostro “piccolo Gesù Bambino” Filippo. Lo stupore nei bambini ci parla fortemente anche di tanti bambini che purtroppo sono un po’ spenti dall’egoismo dei grandi, dall’incapacità dei grandi di vedere in loro la luce che è Dio.
Nel mio presepe, pensate, ci sono anche i fuochi d’artificio. Questi razzi che arrivano nel cielo e spandono luce in ogni luogo, colorati, divertenti. Fanno anche rumore. I fuochi d’artificio sono gli adolescenti. Questo tempo straordinario della vita che noi guardiamo sempre sperando che passi in fretta. Eppure è la più grande rivoluzione che accade nella vita di un uomo: quando ci si apre alla vita, quando si scopre la vita, quando non la si capisce fino in fondo ma la si desidera con tutte le proprie forze. I nostri adolescenti, le nostre speranze, i nostri ragazzi… Nel mio presepe ci sono i fuochi d’artificio e sono tutti i ragazzi che incontro: quelli che riesco a coinvolgere nei cammini delle nostre Comunità e quelli che invece non riesco a coinvolgere. Ma tutti, ne sono certo, sanno portare un po’ di luce, tanto colore.
Poi ci sono i nostri giovani. Li ho pensati inizialmente a come quei razzi luminosi che sono segnalatori nel cielo di una posizione, invece penso che siano più delle torce. Sono alla ricerca. Come noi usiamo la torcia per cercare nell’oscurità qualcosa, anche loro cercano, cercano qualche cosa: il compimento della propria vocazione, una persona da amare, un lavoro. Cercano soprattutto la fiducia di chi li guarda e non vede solamente un problema e neanche una risorsa, ma li vede come un regalo e la loro giovinezza come speranza, possibilità di credere in un futuro di pace, un futuro migliore. 
Nel mio presepe c’è anche il fuoco del camino. Il fuoco del camino dà luce e dà calore. Trovarsi intorno al camino è sempre un’esperienza straordinaria. I nostri ragazzi l’hanno un po’ persa ma chi ha la gioia di avere qualcuno che accende per loro un camino e sa intorno al camino raccontare storie, sa fare qualcosa di straordinario: racconta una memoria che diventa una realtà, che fa sorridere al futuro. Il fuoco del camino sono i nostri nonni, che hanno un sacco di storie da raccontarci, anche di un Natale che non c’è più, di un Natale che ai loro occhi è bellissimo e che è bene che noi ascoltiamo nei loro racconti perché illumini il nostro Natale affinché non sia banale, superficiale, sciocco ma sia pieno della luce intensa, del calore forte del fuoco del camino. 
Nel mio presepe c’è anche la brace. Il colore della brace è intenso, fortissimo, ma spesso è velato da una coltre di cenere. Eppure basta poco: smuovere un po’ la brace subito riaccende il fuoco. Nel mio presepe ci sono tanti malati, sembrano ormai destinati a spegnersi, velati come sono dalle tenebre della loro fatica e della loro sofferenza, a volte anche dal loro invocare la fine della vita perché sono stanchi. Eppure stare accanto a loro, smuovere quella brace, dedicare loro tempo significa incendiare il fuoco dell’amore, della gratitudine, significa guardare al futuro, alla vita eterna e non avere paura perché nel cammino della vita c’è la luce che illumina i passi di ogni uomo.
Il mio augurio è che i papà non abbiamo paura di essere luci che con intensità sanno indicare il cammino, anche quando non vengono riconosciute, apprezzate, valorizzate. 
Che le nostre mamme siano continuamente discrete, umili e tanto preziose, insostituibili nell’illuminare soprattutto quei tratti di cammino che ci sembrano più oscuri e difficili. 
Che i nostri bambini possano trovare sempre ascolto, che lo stupore accompagni sempre i loro sguardi e che non ci dimentichiamo mai anche degli altri bambini, di quelli che spesso l’egoismo spegne nella luce della loro infanzia. 
Guardiamo con fiducia ai nostri adolescenti: non siano per noi solamente quelli che fanno rumore, ma quelli che danno colore, quelli che ci chiedono di essere seri nell’affrontare la vita, di dare loro risposte esigenti, autentiche, anche faticose ma capaci di futuro.
Che i nostri giovani possano trovare la strada, anche attraverso il nostro esempio, soprattutto non indicando loro un mondo cattivo e basta ma un mondo dove sia possibile vivere una vita degna, anche perché faticosamente si cerca il proprio posto, il proprio lavoro e la vita la si guadagna con la fatica del proprio spendersi per sé e per gli altri.
L’augurio è che i nostri nonni ci raccontino sempre della loro esperienza, anche quando possono apparire noiosi o ripetitivi perché fino a che c’è qualcuno che ci racconta qualcosa della vita ci racconta qualcosa di Dio, perché Dio è la vita e in questa notte noi ne facciamo una memoria grata, lieta. Senza la vita di Gesù noi non saremmo qui.
I nostri anziani, i nostri malati: che fatica a volte accompagnarli! Anche quest’anno ne abbiamo salutati molti, alcuni di noi hanno vegliato accanto a loro per tanto tempo, sacrificando il proprio tempo ma non ci dimentichiamo che loro sono coloro che ci hanno insegnato la vita, ci hanno generato alla vita, ci hanno portato per mano quando eravamo bambini. Non dimentichiamo che in quella brace della loro esistenza, che sembra inutile, c’è sempre la memoria di qualcosa di straordinario, almeno della fatica di vivere e della speranza di vivere bene la vita.
In questo presepe metto anche la mia luce. La immagino come quella di un cero che si consuma piano piano. È il desiderio che ho per me stesso, è il desiderio che ho per ciascun presbitero. A volte questa luce risplende poco, a volte pare incerta, a volte pare inutile, ma nel donare la vita così di giorno in giorno la speranza è che nel bagliore di quella luce qualcuno, almeno uno, possa intravedere la presenza di Dio. 
«In quel tempo veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo».

sabato 3 dicembre 2016

INTENZIONI PER LE SANTE MESSE

Alcune note per le offerte per le Sante Messe dei defunti:
  • per facilitare l’accesso di tutte le famiglie a una celebrazione festiva in memoria dei propri cari, vi esorto a non chiedere più di due intenzioni nelle messe festive.
  • L’offerta è libera: le offerte sono per i celebranti e per i poveri. Non si tratta di comprare la Messa ma di unire al sacrificio di Cristo la gratitudine per chi celebra e la cura dei più bisognosi.
  • Non verranno celebrate Messe con intenzioni particolari in occasione della grandi feste della ComUnità: Natale, Pasqua, Pentecoste, celebrazioni dei Sacramenti (Comunione, Cresima).
  • Per quanto abbia un calendario di massima di tutto l’anno è possibile che imprevisti modifichino orari e luoghi della celebrazione delle messe, vi chiedo la carità della disponibilità e della comprensione.
  • La scelta di mettere in alcune celebrazioni due intenzioni non è stata fatta per guadagnare di più, ma per venire incontro alle richieste. Tuttavia dal 13 novembre 2016 è possibile abbinare due o più intenzioni solo nelle messe del mercoledì a Figliaro delle 8.30, del giovedì a Castelnuovo delle 18.00, del sabato a Beregazzo alle 18.00, del sabato a Binago delle 18.15. Le intenzioni delle Messe saranno raccolte solo dopo le celebrazioni o nei tempi che metterò a disposizione.
  • Invito quanti desiderano ricordare i propri cari in una data particolare a non attendere troppo nel venire a chiederlo per evitare che la loro richiesta non possa essere accolta.