lunedì 19 agosto 2019

Viaggio Pellegrinaggio Francia 2019 - Annecy e Digione

Buongiorno!
Partiamo puntuali, siamo 33 e dopo il primo carico a Figliaro, passiamo a Binago. 
Oliviero è il nostro autista e Isabella la coordinatrice del viaggio. 
La preghiera introduce al viaggio e non manca iul ricordo della nostra amica Ina che è con noi in un modo che ci risulta ancora difficile da accettare ma che nella fede viviamo con gratitudine per tutto il bene che ci ha donato. 
Isabella ci illustra le tappe del viaggio. Per ora per molti di noi la maggior parte dei luoghi che visiteremo sono solo nomi ma ben presto saranno esperienze da raccontare. 
Intorno alle 8.30 facciamo una sosta nei pressi di Aosta. Sta piovendo. Mezz’ora passa in fretta tra toilette, caffè, cappuccino e brioche. Curiosa la visita al mercatino dove si trova davvero di tutto: dal Primitivo di Manduria alla Grappa Sant’Orso, dai peluche ai panettoni. 
Qualcuno prudentemente compra un ombrello ma usciti dall’autogrill non piove più. 
Il cielo alterna squarci di azzurro e nubi che fanno da corona alle montagne. Presto arriviamo al traforo del Monte Bianco; non ci sono code e così lo attraversiamo in fretta con quello stupore che accompagna coloro che pensano a come l’uomo sia capace di opere straordinarie e di tanto lavoro. Non conosco il nome di chi ha progettato il tunnel e neppure di nessuno degli operai di quell’immenso cantiere, del resto fino allo scorso anno Morandi era per me il nome di un cantante e di una ditta di trasporti. Ognuno fa la sua parte in questo strano mondo e se lo fa bene regala tanto bene a molti che inconsapevoli ne godono senza mai dire grazie. Anche questa è un’opera straordinaria degli uomini: fare bene solo perché fare bene è giusto.
Arriviamo in Francia nella regione che è il motore economico di questo stato. La nostra prima tappa è Annecy capitale del dipartimento dell’Alta Savoia. Questa città, chiamata anche la Venezia di Savoia, posta a nord del lago omonimo è costruita sul fiume Thiou ed è indissolubilmente legata alla storia di San Francesco di Sales e di Santa Giovanna di Chantal. Il Santo vissuto nel sedicesimo secolo, fu protagonista di una tenace lotta alla diffusione del Calvinismo. La sua azione pastorale centrata sul confronto e il dialogo, con mitezza e carità pur tra grandi difficoltà portò numerosi frutti di molte conversioni. La sua spiritualità è legata alla seria assunzione delle promesse battesimali, alla costante esortazione a considerare come tutti siamo amati da Dio e per questo chiamati alla santità. 
Ci rechiamo alla Basilica della Visitazione, dove di trova anche l’attuale Monastero delle Suore Visitandine, ispirate a San Francesco in una visione e istituite dopo l’incontro con Santa Giovannadi Chantal nel 1611. La Basilica è posta su un colle che domina la città.


Le Suore, grazie alla preziosa iniziativa di Isabella, ci concedono di celebrare in Basilica. Celebriamo la memoria dei due Santi le cui spoglie sono proprio custodite in questa Chiesa. Le parole del salmo 33: Preserva la lingua dal male,
le labbra da parole bugiarde.
Sta' lontano dal male e fa' il bene,
cerca la pace e perseguila. Ci invitano a custodire il valore delle parole come ha fatto il Santo dottore, patrono dei giornalisti e degli scrittori. In questo tempo  nel quale le parole spesso non sono benedette scegliere di partire da ciò che è più quotidiano nei nostri rapporti può diventare umile via per costruire una piccola ma significativa realtà che promuova la pace e ci esorti a fare il bene come esortava sempre il Santo: “camminare alla presenza di Dio tranquillamente, cercando di fare il bene con cura, spesso e con generosità”.
Salutiamo la gentilissima Suor Marie Jean, che ricordo il 50mo di professione perpetua, e scegliamo di ascoltare un audio guida che ci permette di cogliere la bellezza della Chiesa nella ricchezza dei simboli dal mosaico al tabernacolo, e nello splendore delle vetrate policrome che raccontano la vita dei due santi. 
Breve sosta ad un piccolo negozietto di ricordi e ritorniamo in pullman per recarci al luogo del pranzo.
Le Sardo appare un “caratteristico” ristorantino arredato con una quantità infinita di cose tra loro diverse: bottiglie, scarponi, da sci, tegami in rame, campanacci... Nei bagni la pubblicità di un ristorante asiatico. Prendiamo posto e attendiamo il cibo, sì lo ammettiamo siamo prevenuti ma siamo stati in Bulgaria e speriamo che i nostri cugini cerchino di fare una migliore figura. Ecco il Menù: soppressa in crosta, pollo ripieno con patatine e macedonia fresca. Vino troppo giovane per lasciare il segno. Dopo il pranzo abbiamo a disposizione un’oretta di tempo libero. 

Il centro di Annecy vede la presenza di moltissimi turisti così un caffè espresso, benché buono e ci mancherebbe, lo paghi quasi il doppio del normale e due cognac valgono il prezzo di una bottiglia intera. Dopo qualche foto al Palais de l’Isle, che custodiva le antiche prigioni e ha le fondamenta nelle acque del fiume, e la visita veloce delle chiese di San Francesco e San Maurizio riprendiamo il viaggio. Ci dirigiamo verso Digione che raggiungiamo dopo circa tre ore di viaggio passate tra profonde dormite, chiacchiere infinite  e un interessante filmato su San Francesco di Sales. La visita alla Cattedrale San Benigno, martire del II secolo, non è in programma, ma l’ottimo Oliviero ci porta proprio a pochi metri dalla Chiesa così da consentirci una breve visita.
Alloggeremo questa notte presso l’Hotel Ibis nei pressi dell’Auditorium della città. Ceniamo in una  brasserie,  “Le Rameau”.
Come primo piatto, in ciotole di carta, caprese con cipollle e una salsa che sembra essere un surrogato del pesto; il secondo è uno spiedino con patate arrosto con buccia. Il vino è meglio di mezzogiorno ma rimaniamo lontano da una soddisfacente promozione. Una panna cotta con mousse di fragole completa la cena. Un gruppetto ha ancora energie sufficienti per una passeggiata verso il centro. Carini alcuni scorci su vecchie abitazioni e  la Piazza del Palazzo dei Duchi. 

Torniamo che è ormai tempo di dormire contenti di aver visto “Di...gione” e “Di...notte”. Andiamo a dormire stanchi ma contenti.  Domani ci aspetta l’incontro con San Remigio e partiremo presto. 
Buona notte






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