martedì 25 luglio 2017

Alzati e va' - giorno 2

Il primo appuntamento comunitario è la colazione alle 8.30 che si rivela ricca e abbondante. Subito dopo nella cappella della casa celebriamo l'Eucaristia nella memoria di San Giacomo apostolo. Il famoso Santuario galiziano di Compostela ci consente di fare una riflessione che ancora rimanda a un'immagine chiave del nostro cammino comunitario: le stelle come guida. La Parola di Dio invece ci invita a vivere la vita nella forma del servizio che si fa dono. Abbiamo l'occasione di salutare Elena che, insieme a Chiara, ha curato la preparazione logistica della vacanza. 
Prontissimo troviamo il nostro Drago che ci porta in terra straniera, la Repubblica di San Marino. La tradizione ci consegna la fondazione di questa Repubblica nella figura di San Marino diacono, originario della Croazia fuggito alle persecuzioni dell'inizio del IV secolo. La venerazione di questo santo coincide con il principio cardine della Repubblica: la libertà.
Iniziamo a camminare per le ripide vie del piccolo Stato e arriviamo alla Torre di Guaita la cui visita rimandiamo perché abbiamo prenotato il pranzo presso La Capanna. Consumiamo ottime piadine e tra tutti si distingue Angelo che da quando è tra noi ha iniziato a capire che il cibo non è una minaccia alla vocazione. Lui, che comunemente è sempre così parco, divora due piadine e finisce la caprese di una delle ragazze. Il clima è molto sereno e il nostro gruppo si rivela anche così educato da ricevere le lodi dei gestori. 
Visitiamo la Torre di Guaita e siamo particolarmente fortunati perché all'interno del complesso possiamo incontrare personaggi che indossano abiti di tradizione medievale, alcuni dei quali si rivolgono a noi in un gergo che rievoca un po' quello che studiamo nei poeti di quel periodo. Rapidamente il tempo passa in fotografie panoramiche, avventurose salite verso la parte più alta della Torre e serena allegria. Terminata la visita andiamo verso la Chiesa dedicata al santo patrono.
È una costruzione che rimane poco isolata ma è certamente punto fondamentale di San Marino anche perché anticamente era qui che si svolgevano anche le pratiche amministrative. L'attuale edificio è di recente costruzione, l'interno è austero e invita alla preghiera. Così ci fermiamo per la riflessione che ha come tema la riscoperta dei doni che abbiamo ricevuto in passato e che caratterizzano il nostro presente facendoci guardare con fiducia al futuro.
 Sono i nostri talenti, qualità che danno al nostro agire quotidiano tratti di unicità e il sapore della creatività. Emozionante è il tempo di silenzio (circa 30 minuti) che i ragazzi vivono, riflettendo a partire dai suggerimenti di don Roberto e dal testo che abbiamo scelto per vivere i momenti di spiritualità di questi giorni. Terminata la preghiera la signora dell'accoglienza conduce il gruppo a visitare la più antica chiesa di San Pietro.  Nell'abside della stessa, scavati nella roccia, spazi simili ai loculi delle catacombe che la tradizione dice siano stati i luoghi del riposo di San Marino e del compagno San Leo. Riceviamo parole di apprezzamento per il nostro modo di stare in chiesa e di vivere la preghiera. I ragazzi hanno quindi la possibilità di muoversi liberamente per le vie della città. La preoccupazione per il possibile smarrimento di un telefono cellulare ritarda la partenza ma fortunatamente l'allarme rientra, vero Miriam?

Ritorniamo perché ci attende la cena a casa base. Organizziamo un torneo di beach volley e di basket ball tra i ragazzi con la partecipazione di due star della pallacanestro internazionale: Andrea Pisonis, di origine greca, e Anghelo Papiu di origine rumena. Terminato il torneo, in una sala messa a disposizione giochiamo a un gioco di ruolo che, prendendo le mosse dal più famoso e articolato Lupus in tabula, è semplificato in un titolo inquietante: Mafia! Il conduttore del gioco distribuisce a ciascuno dei ruoli e, attraverso alcune di per sé semplici regole, si inizia a giocare.
Diciamo di per sé perché durante il gioco qualcuno si perde, vero Marco? Ma sotto la guida dell'ottimo nerd Edoardo, che gioca ogni sera a questo gioco (!!!), riusciamo a concludere la partita. 
La preghiera della sera è un momento che rinnova la gratitudine, ci ricorda che tutti possiamo essere una stella luminosa per gli altri e don Roberto ci esorta a custodire il sogno che abbiamo dentro di noi e a non permettere a nessuno di spegnere le nostre più profonde speranze. A domani. Buona notte!

1 commento:

  1. Leggendo, trovo che questa esperienza sia per i nostri ragazzi un percorso di crescita personale che li porta ad assumere pienamente la responsabilità della vita e a migliorarne molti aspetti, bravi ragazzi!!!

    RispondiElimina