mercoledì 26 luglio 2017

Alzati e va' - giorno 3

Siamo nel cuore della nostra esperienza. 
Anticipiamo la colazione di un quarto d'ora. Celebriamo la Messa sempre nella cappella della casa facendo memoria dei Santi Gioacchino e Anna. Il nostro pensiero va immediatamente ai nostri nonni. Ringraziamo per il dono della loro presenza nella nostra vita, per averci educato alla presenza di Dio, alla preghiera, per essersi presi cura di noi. Ci rendiamo conto anche di non essere sempre grati nei loro confronti e di sopportare faticosamente il loro avanzare negli anni, soprattutto quando ci ripetono sempre le stesse cose o non condividono il nostro modo di fare, di pensare. Ricordiamo anche coloro che sono già nell'abbraccio del Padre. 
Il nostro bravo autista ci porta a Bertinoro, attraverso vie impervie e strette giungiamo al parcheggio del Museo Interreligioso allestito nell'antica Rocca che fino al 1952 è stata anche sede vescovile. Salendo, però, incontriamo una lapide che ricorda un evento storico. Immediatamente non ne comprendiamo il significato, così decidiamo che a rivelare l'arcano sia don Roberto. Veniamo divisi in due gruppi e il percorso ci conduce attraverso le stanze che ci parlano delle tre grandi religioni monoteiste. L'itinerario non si rivela di per sé nuovo, tuttavia si rivela interessante nel creare una sorta di sintesi di tante informazioni che già abbiamo. Ci pare anche una buona soluzione quello di recuperare un luogo storicamente così ricco facendolo diventare spazio di educazione alla conoscenza e allo spirito critico. 
Ripartiamo alla volta di Rimini, puntualmente Drago ci lascia a pochi metri dal luogo dove Chiara ha prenotato il nostro pranzo: la Casina del Bosco, nei pressi del noto parco dedicato a Federico Fellini. Cortesia, velocità e soprattutto ottima qualità arricchiscono la nostra sosta. Così anche dopo aver consumato un ottimo dolce (tranne il salutista Angelo, "carpaccio di Ananas", fresco e molto buono a suo dire) iniziamo un breve giro di Rimini facendo sosta alla Fontana dei Quattro Cavalli. Sotto un sole cocente ci dirigiamo verso il Ponte di Tiberio, il clima é sereno: si chiacchiera, si scherza. Dopo una breve sosta ci dirigiamo verso il nostro prossimo appuntamento, il Centro Alberto Marvelli nei pressi di Sant'Agostino. Il nostro amico Nino ci accoglie e dopo una provvidenziale sosta ai bagni, in due piccoli gruppi visitiamo l'archivio. Esso contiene oggetti appartenuti al Beato, carta di identità, libretti universitari, cappelli di
laurea, spille dell'Azione Cattolica e della FUCI e altre testimonianze che iniziano a farci intuire lo straordinario vissuto nel quotidiano da questo giovane. Nella Chiesa di Sant'Agostino abbiamo la possibilità di essere introdotti a una seria di decorazioni attribuite alla Scuola di Giotto che trovano probabilmente in Giovanni da Rimini il suo principale esponente. Nella stessa chiesa c'è la tomba del beato Alberto e ci viene presentata la sua spiritualità che ha origine nella forte formazione cattolica nella sua famiglia e nell'incontro con l'esperienza della famiglia salesiana. Vivere con serietà la vita custodendo l'allegria la gioia sono elementi essenzi
ali nella vita del giovane Marvelli: la meditazione quotidiana, il Santo Rosario, la confessione settimanale, l'Eucaristia quotidiana animano le giornate del giovane ingegnere impegnato nella vita civile, impegnato prima nel farsi carico degli sfollati durante la guerra portando cibo con la sua bicicletta e poi come Assessore alla ricostruzione al termine della guerra. Rispettato anche dagli avversari politici, candidato sindaco della sua amata città muore tragicamente la sera del 5 ottobre 1948 in un incidente stradale, investito da un camion militare polacco. Per Alberto "l'amore non è mai riposo". Nel suo diario scrive: "il campo inesauribile della carità è una scuola magnifica di perfezione per noi e di apostolato per gli altri, ci abitua a considerare i veri valori della vita; ci stacca di più dalle cose della terra, confermando la parola di Cristo: che si prova più gioia nel dare che nel ricevere; ci fa sentire l'urgenza di risolvere tanti problemi di giustizia sociale, secondo gli insegnamenti del Maestro: "cercare prima il Regno di Dio e la sua giustizia". 
Chiediamo la benedizione del Signore per le preghiere e i meriti del beato Alberto e riprendiamo la strada del ritorno. 
Il dopo cena ci riserva uno dei momenti che sicuramente rimarranno più impressi nella nostra memoria e nei ricordi di questa vacanza. La testimonianza di Fabio Castagnoli ci ricorda, attraverso le parole ma anche visivamente, quanto sia vero che la vita sia un dono fragile e straordinario. L'incidente stradale che ha trasformato la sua vita ha ridimensionato le abilità di Fabio: istruttore di nuoto, concertista di chitarra classica e compositore di canti per i centri estivi, collaboratore della Pastorale Giovanile, attore, corista... un giovane allegro che ha dovuto, dopo lunghi mesi di coma, reimparare come un bambino che deve partire dai primi passi. Ciò che ci stupisce è l'allegria che accompagna il suo racconto, come anche il messaggio di speranza e di fiducia della bellezza di ogni vita. Ci domandiamo dove possa trovare la forza per affrontare un dramma così grande ed è papà Adriano che ci parla di una rete di amicizia, di preghiera, di solidarietà che ha permesso a Fabio e alla sua famiglia di poter affrontare non senza fatica ma insieme. Ha raccolto i suoi pensieri in un libro intitolato "Voglia di vivere". I ragazzi chiedono di poterlo avere per poterlo leggere, segno chiaro che questo incontro ha messo nel loro cuore delle domande che non possono avere risposte immediate. Sentiamo gratitudine per questo nostro amico il quale a sua volta ci ringrazia per averlo accolto e ascoltato. 
I mercoledì di giugno e luglio sono caratterizzati a Forlì da una serie di iniziative che animano la città rendendola luogo di incontri per giovani e meno giovani! Musica dal vivo, piano bar, negozi aperti, teatro all'aperto, gonfiabili, giochi per i bambini sono alcuni dei modi in cui la città si anima e offre un tempo di distensione e serenità. Camminiamo per le vie del centro incuriositi e allegri, c'è il tempo anche per consumare un gelato, una granita, una bibita. Torniamo verso la nostra casa, nella preghiera del Padre Nostro raccogliamo le esperienze della giornata, i pensieri, i sentimenti e anche un po' la fatica che però non ci impedisce di essere profondamente grati.
Buona notte!

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