Mentre prosegue l’intensa
campagna elettorale che culminerà con le elezioni amministrative regionali e
politiche nazionali, la Conferenza Episcopale Lombarda ritiene opportuno
offrire ai propri fedeli alcune indicazioni pastorali, per incoraggiare alla serenità
e alla responsabilità nel cammino di preparazione a questi importanti
appuntamenti.
1. La premessa fondamentale è che i cristiani,
come tutti i cittadini italiani, vogliono riaffermare la necessità di una buona
politica. Le comunità cristiane devono essere non solo voce che chiede e
critica, ma piuttosto luogo di formazione per accompagnare le persone alla
maturità, quindi anche alla capacità e passione per un impegno politico
coerente e generoso.
Di fronte alla tentazione molto
diffusa dell’astensionismo e del disinteresse, è necessario e urgente che
l’opera educativa delle comunità cristiane solleciti tutti alla presenza e alla
partecipazione attiva e responsabile a questi appuntamenti elettorali:
anzitutto attraverso l’espressione consapevole del proprio voto; più
approfonditamente auspicando l’impegno attivo di un numero sempre maggiore di
fedeli laici in ambito politico e più in generale praticando una partecipazione
alla vita politica che non si limiti al momento delle elezioni, ma accompagni
la vita quotidiana delle istituzioni, attraverso lo strumento
dell’informazione, della vigilanza e del richiamo.
A nessuno può sfuggire
l’importanza dell’esercizio del diritto-dovere del voto: con esso si concorre
infatti a determinare l’indirizzo politico del proprio Stato e della nostra
Regione. Chi non va a votare non è uno che si astiene dal voto; è piuttosto uno
che decide che siano altri a decidere per lui.
2. Ci aspettiamo che il confronto tra le parti
sia il più sereno possibile e non gridato, su programmi ben articolati, sinceri
e reali nelle promesse. Si devono curare le condizioni perché il popolo degli
elettori possa compiere a ragion veduta la scelta che giudica più valida.
Chiunque sarà chiamato a governare avrà il compito di rafforzare le condizioni
per un vivere insieme che rigeneri fiducia e legami tra le persone. Soltanto a
questa condizione si potranno affrontare le questioni urgenti che permetteranno
di riaccendere una stagione di rinascita dopo una crisi che ha lasciato tra noi
ben evidenti tanti segni di declino, in Italia come nella nostra Regione
Lombardia.
Questo clima di fiducia sarà
realizzabile se insieme lavoreremo per salvaguardare dall’erosione
dell’individualismo i nessi fondamentali che sostengono la nostra vita comune:
– la famiglia, e in particolare
la sua capacità di donarci il futuro attraverso le nuove nascite;
– i giovani, sviluppando progetti
per il loro futuro anzitutto lavorativo: soltanto in questo modo i giovani
potranno sentirsi parte attiva e motore del rinnovamento sociale che tutti
auspichiamo;
– le tante forme di povertà che
rischiano di non coinvolgerci nemmeno più emotivamente, talmente sono visibili
e diffuse nei nostri territori urbani;
– i legami sociali, promuovendo
processi di accoglienza e integrazione che evitino di scaricare sui migranti
stranieri e sui profughi l’insoddisfazione per i problemi che non sappiamo
risolvere
– la regolamentazione della
finanza affinché sia a servizio di una giusta economia e di ogni uomo;
– il dialogo e il sostegno
all’imprenditoria perché tuteli e crei nuova occupazione, favorendo una ripresa
più promettente.
Alla politica, ai politici
chiediamo anche attenzione alle grandi questioni che il progresso della scienza
mette nelle nostre mani, come oggetto di un discernimento necessario: le
questioni etiche rilevanti della vita, della morte, della dignità e sacralità
della persona.
3. Chiediamo attenzione perché la presenza dei
cattolici nelle diverse parti in competizione non si ripercuota in termini di
lacerazione dentro il corpo vivo delle comunità: la Chiesa non si schiera in
modo diretto per alcuna parte politica. Ciò significa che tutti – in
particolare coloro che si propongono come candidati – si guardino dalla
tentazione di presentarsi come gli unici e più corretti interpreti della
Dottrina sociale della Chiesa e dei valori da essa affermati. Occorre educarsi
maggiormente sia alla condivisione dei medesimi principi ispirati alla retta
ragione e al Vangelo, sia al rispetto dell’ineludibile diversità di esiti
dell’esercizio di discernimento e della conseguente pluralità di scelte. Su
ciascuna di queste scelte – purché siano coerenti con i principi derivanti
dalla medesima ispirazione cristiana – il giudizio andrà formulato a partire
dalle ragioni addotte a loro sostegno, dalla loro percorribilità ed efficacia,
dal rispetto che esse esprimono e promuovono del sistema democratico.
4. Per evitare ogni possibile
strumentalizzazione e per difendere gelosamente la libertà della Chiesa di
fronte a tutti, le parrocchie, gli istituti religiosi, le scuole cattoliche, le
associazioni e i movimenti ecclesiali, durante il periodo elettorale non
mettano sedi e strutture a disposizione delle iniziative di singoli partiti o
formazioni politiche. Si deve vigilare per evitare che le ordinarie iniziative
pastorali vengano strumentalizzate a fini elettorali. A tale scopo, durante
questi periodi, è prudente che le iniziative di formazione, riflessione e
preghiera, pensate proprio per prepararci agli appuntamenti elettorali e per
accrescere la nostra coscienza critica circa la politica, non coinvolgano
persone già impegnate a livello sociale e politico.
Ai presbiteri è richiesta
l’astensione da qualsiasi forma di partecipazione diretta alla vita
politico-partitica e alle iniziative elettorali. Per la stessa ragione, fedeli
laici che presiedono o occupano cariche di rilievo in organismi ecclesiali,
qualora intendano concorrere per le elezioni e assumere un ruolo politico di
rilievo, si dimetteranno dai loro incarichi di responsabilità ecclesiale.
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