Quando riusciamo a partire sono già le 6.45.
Arrivati in autostrada don Roberto ci introduce alla vacanza con un breve momento di preghiera e annuncia che ciascuno dovrà presentarsi per farsi conoscere. In realtà, la gran parte del gruppo già può vantare esperienze condivise e amicizie importanti ma qualche new entry c'è, così questa modalità appare essere la più indicata per introdurci a queste giornate di condivisione. In taluni prevale la timidezza, in altri una velata spavalderia. Alcuni ci fanno sorridere, altri anche pensare.
Il tragitto procede sicuro grazie anche alla nostra guida che ben presto soprannominiamo "drago". Tuttavia qualche rallentamento fa in modo che il nostro arrivo a Bologna sia intorno alle 10.30. Veniamo lasciati in piazza Malpighi e iniziamo subito a fare delle prove di inseguimento, ma ve ne parleremo in seguito. Arriviamo in piazza Maggiore, già Piazza Vittorio Emanuele. Entriamo nella basilica di San Petronio, dopo essere stati introdotti dalla nostra professoressa Chiara sulla struttura della facciata e su ciò che vedremo all'interno.
All'ingresso si crea un breve siparietto con gli addetti alla custodia del decoro del Sacro Tempio. In realtà, paiono più due capitati lì per caso. Tuttavia alcune delle nostre fanciulle, a loro giudizio bisognose di essere un po' meno scollacciate, vengono rivestite a loro dire da un "kimono" che assomiglia di più a un camice ospedaliero.
La nostra guida ci accompagna nella scoperta dei tesori della Basilica anche se la nostra maggiore curiosità è attratta dall'affresco che ritrae Maometto all'inferno, immagine che rende questa Chiesa uno tra gli obiettivi sensibili del terrorismo internazionale.
Vediamo l'immagine da lontano perché la cappella per essere visitata merita un'offerta e il tempo a disposizione per noi non è molto.
Il professor Andrea insieme a Edoardo cerca di comprendere come funzioni la meridiana ben visibile sul pavimento del Duomo. Ci faranno sapere se le loro ricerche hanno avuto successo.
Il professor Andrea insieme a Edoardo cerca di comprendere come funzioni la meridiana ben visibile sul pavimento del Duomo. Ci faranno sapere se le loro ricerche hanno avuto successo.
Torniamo sui nostri passi e ci rechiamo nella zona delle Torri, della più famosa torre degli Asinelli alta 98 metri, con una pendenza di 2,32 metri a ovest la cui sommità si può raggiungere percorrendo i 498 gradini, niente a che vedere con la torre Garisenda, alta "solo" 48 metri (perché è stata abbattuta, dice il professor Andrea).
Ci rechiamo nel complesso delle Sette Chiese (anche se il professor Andrea ne ha contate solo due, e in quanto a conti non può sbagliare....). La Chiesa di Santo Stefano, di chiara impostazione romanica, custodisce una cripta dove sono poste le reliquie dei due martiri Valente e Agricola. Dalla stessa si accede a un chiostro che testimonia la presenza di una comunità monastica.
È ormai ora di pranzo e abbiamo prenotato un posto a sedere nei Giardini Margherita. Consumiamo il nostro lauto pasto allietati da un "apprezzatissimo" concerto di cicale, Piercarlo dice "in Sol terzo"!!!
Telefoniamo al nostro mitico Drago che viene a prenderci in piazza di Porta San Mamolo e ci porta allo Stadio Dall'Ara. Lì inizia un camminamento porticato che conduce al Santuario di San Luca. All'inizio del cammino viviamo un momento celebrativo che introduce quello che vorremmo sia un breve ma intenso pellegrinaggio. Siamo invitati a custodire la parola del Vangelo che sentiamo più vicina al nostro vissuto, domandandocene anche il perché. Inoltre, un brano della Genesi che ci riporta alla promessa di Dio fatta ad Abramo di avere una discendenza come le stelle del cielo e ci indica l'immagine che vorremmo illuminasse tutti questi giorni. Le stelle sono la realtà immutata contemplata prima di noi da Gesù stesso, da Francesco che ne ha cantato la luminosità, la bellezza e la purezza e tutti coloro che amiamo. Vorremmo essere gli uni per gli altri una stella luminosa perché la costellazione dell'amicizia brilli sempre nei nostri cuori. Il lungo e impegnativo percorso per la prima parte è compiuto in silenzio, ma poi siamo chiamati a condividere le nostre prime riflessioni con un amico o un'amica che ci è stato affidato. Arrivati alle porte del Santuario ci informiamo sulla possibilità di celebrare l'Eucaristia, che ci viene accordata per le ore 16.30. Abbiamo così il tempo per riposarci, andare in bagno e rifornirci d'acqua. Celebriamo la Messa della Madonna di San Luca in rito romano. Don Roberto nell'omelia ci invita a custodire la gratitudine riprendendo le parole del salmo che dice che "Dio conosce tutte le stelle e le chiama ciascuna per nome", l'amicizia che il brano della Visitazione ha sempre la forza non solo di evocare ma di rendere in tutta la sua intensità, un'amicizia che genera un'immensa gioia che apre alla benedizione e alla lode.
Terminata l'Eucaristia andiamo velocemente al pullman, ci attende il tratto di strada che ci separa da Forlì, campo base della nostra avventura. Casa Orselli dei Salesianj si rivela una meta difficile da raggiungere con il nostro "dodici metri". Nuovamente apprezziamo la guida sicura di Dragce ma non possiamo rischiare di incastrarci nelle strette vie del centro. Lasciamo quindi il pullman a 30 metri dall'ingresso e con i nostri bagagli ci rechiamo all'ingresso della casa. Lì ci accoglie il direttore fratel Sergio. L'assegnazione delle camere appare alquanto rocambolesca ma non dubitiamo della qualità dell'accoglienza e l'ottima cena ne è conferma. Il dopo cena ci vede protagonisti di sfide a basket e a beach volley tanto appassionanti da occupare il tempo fino alle 22.30. La maggior parte di noi è molto sudata, tranne il seminarista Angelo che fa l'allenatore anche se non conosce le regole dei giochi. Nonostante la stanchezza ci raccogliamo per un breve momento di preghiera. Ripensiamo alla giornata e ringraziamo per tutto ciò che abbiamo ricevuto.
Buona notte!
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