giovedì 21 novembre 2019

Introduzione alla Liturgia della Parola di domenica 24 novembre 2019



Baruc 4,36 - 5,9
La tradizione identifica Baruc, l’autore del brano della prima lettura, con il segretariodel profeta Geremia, trascinato anche lui in esilio come il profeta. Egli si trova, dunque, a Babilonia tra i deportati, quando proclama la Parola che ascoltiamo.
Il brano liturgico ci propone un canto, traboccante di gioia, indirizzato a Gerusalemme. Con il ritorno dei suoi figli, purificati ormai dall’esilio, e con la ricostruzione delle sue rovine, essa tornerà ad essere la sposa splendente di Jahweh.
Gerusalemme riceve anche un nuovo nome: «Pace di giustizia» e «Gloria di pietà». È un nome, che racchiude il programma del futuro che si apre. 
«Pace di giustizia» indica che Gerusalemme sarà città della pace, che è frutto della giustizia, cioè della fedeltà alla Parola di Dio.
«Gloria di pietà» indica, poi, che Gerusalemme sarà città, in cui vive la gloria di Dio, che è il rapporto di pietà filiale con Lui.
Questa è anche la speranza del credente di oggi, che attende la venuta finale di Gesù e da Lui attende questi stessi doni.


Romani 15,1-13
Il brano è tratto dalla conclusione della lettera di Paolo ai cristiani di Roma. 
Nei capitoli precedenti, l’apostolo ha esortato ad agire come ha agito Gesù. Ma questa è una esortazione così carica di senso e ha dei risvolti così impensati, che Paolo sente di doversi soffermare ancora un po’, per spiegarla. 
Due aspetti, gli stanno a cuore in modo particolare: 
-      essere, come Cristo, solidali con i deboli (i primi 6 versetti del brano); 
-      accogliere, come Cristo, i fratelli (gli altri versetti).
Tutto questo Paolo sostiene, facendo riferimento alla Bibbia: infatti, scrive, «tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione».
Ecco perché anche per noi, credenti di oggi, è importante sapere ascoltare e leggere la Parola di Dio. 
Ecco perché vorremmo che anche nelle nostre comunità prendessero piede, come ci raccomanda pure l’Arcivescovo, i Gruppi di ascolto della Parola di Dio.

Luca 3,1-18
Luca annota con precisione l’inizio della predicazione del Battista, che era considerata allora come il momento dell’inizio della salvezza di Gesù. 
dati di Luca sono esatti, come risulta dalle iscrizioni e dagli storici antichi. Siamo, dunque, nell’anno quindicesimo del regno dell’imperatore Tiberio, che regnò dal 14 al 37d.C. Ci troviamo, dunque, nell’anno 28-29 della nostra era. 
Ma con queste indicazioni cronologiche, Luca vuol farci capire soprattutto che la vicenda di Gesù si pone al centro della storia e ha un valore non solo per gli ebrei, ma per tutti i popoli, come sottolinea il versetto «Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio».
Questa vicenda di salvezza universale comincia con la «venuta» della Parola di Dio su Giovanni Battista. Quando la Parola irrompe nella storia, imprime sempre svolte radicali. Eppure queste svolte sono visibili soltanto alla fede: il mondo non se ne accorge neppure. 
C’è già qui un primo insegnamento: imparare a puntare gli occhi sui germi ricchi di sviluppo, non sulle cose - magari clamorose - ma già morte.
Alle folle che vengono da lui, poi, Giovanni non impone il proprio modo di vivere nel deserto. Tutti possono restare dove sono; ma devono avere una grande limpidezza interiore, che porti a un cambiamento in profondità, che sia possibile nelle condizioni particolari delle diverse categorie di persone.
È un programma concreto e quotidiano anche per il nostro Avvento.
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