venerdì 29 luglio 2016

GMG - Krakow 2016 - 27 luglio 2016 - La giornata degli Italiani

Dzien dobry (Buongiorno!). È sempre un nuovo inizio questo nostro camminare per le strade dell'Europa. Dopo un abbondante e per noi insolita colazione a base di cibi dolci e salati ci ritroviamo alla Chiesa di Strumiany. Preghiamo le lodi sul sagrato della Chiesa con il testo del pellegrino che ci è stato dato all'accoglienza (nel kit abbiamo trovato anche zainetto rosso, mantella, braccialetto di gomma, un panno multiuso, una guida di Cracovia e il libretto appunto). Partiamo alla volta di Wielicka dove è stato allestito lo spazio per la catechesi. Il momento dell'animazione è guidato dal nostro amico Fabio che giovedì 1 luglio ha sposato Chiara, vivono questa GMG da giovani SPOSI! Fabio è uno showman e il clima raggiunge presto il clima giusto della partecipazione. È il
momento dei primi incontri con gli amici diocesani. Il più atteso è, lo potete immaginare, quello con Samuele.
Ma poi don Roberto ha la possibilità di incontrare suo nipote Lorenzo; Chiara invece è tra i coristi del coro Schekinah che accompagnerà le celebrazioni delle giornate.
Entriamo nel clima dell'ascolto nonostante il caldo. Siamo in un centro sportivo all'aperto. La meditazione viene introdotta da un canto. Mons. Pierantonio Tremolada, vicario dell' Arcivescovo per la Pastorale Giovanile propone la meditazione, ecco alcuni spunti:
prima dell'impegno e della responsabilità la misericordia; la misericordia è la risposta di Dio ai desideri più profondi.
Non sempre quello che vogliamo è ciò che desideriamo.
Cari giovani siete le sentinelle del mattino.
Ci vuole una liberazione che venga dalla bontà e dalla bellezza, dalla grazia.
Siamo stanchi di una religiosità polverosa di un laicismo senz'anima e di un conformismo banale e a volte volgare.
Siamo chiamati a fissare lo sguardo su Gesù.
Ci lascia anche due spunti per la riflessione personale: ricordare e raccontare un momento della propria vita nel quale ho visto, sperimentato la misericordia di Dio per me. E poi: con umiltà pensare alla propria esistenza e scorgere un'azione in cui la propria vita è diventata misericordia per gli altri.
Terminata la meditazione ci spostiamo verso Lagieviniki. In questa zona si trova il Centro San Giovanni Paolo II e il Santuario della Divina Misericordia. Arriviamo per tempo ma l'organizzazione della distribuzione del cibo è davvero poco efficace. Cosi don Riccardo e alcuni baldi giovani stanno in fila per un'ora e mezza, mentre gli altri trasformano l'attesa in un show tra canti religiosi e profano, foto tra amici e selfie con amici scozzesi, brasiliani, albanesi, austriaci, portoghesi, croati e argentini. La lunga attesa ci regala una vaschetta di pasta surgelata (primavera o alla bolognese), che consumiamo come la migliore granita, dopo aver inutilmente invocato l'aiuto del sole.
Neanche il tempo di provare a digerire e siamo subito in cammino. Una marea umana ci trasporta letteralmente alla zona dove celebreremo la santa messa. Raggiungiamo una zona alla destra del palco e salutiamo i nostri amici sacerdoti che vanno a concelebrare. Il Cardinale Bagnasco presiede l'Eucaristia che propone anche l'omelia nella quale ci chiede di aprirci all'amore misericordioso di Cristo. La partecipazione è intensa così che la pioggia che cade durante il tempo dell'omelia neppure ci infastidisce.
Al termine della celebrazione nei ringraziamenti una parola molto importante per i sacerdoti primi collaboratori dei Vescovi: "senza di voi questi ragazzi non sarebbero qui".
Appena terminata la messa andiamo a cercare un luogo per il cibo sperando in un'attesa più contenuta e in un contenuto che soddisfi le attese... Dopo più di un'ora accettiamo la dura realtà di chi deve scegliere cibo custodito in vaschette calde ma di una qualità poco soddisfacente. Qualche caramella addolcisce la delusione per questo secondo pasto mancato e ci incamminiamo verso il palco che vede protagonisti gli italiani nella festa a loro dedicata. Durante il cammino canti e balli vecchi e nuovissimi "attenti raga vi tirano le pietre! GIÙ" e letteralmente ci si mette a terra... meglio sarebbe vederlo ma lasciamo spazio alla vostra fantasia e ai nostri racconti.
Con sincronismo perfetto arriviamo all'inizio dello spettacolo. Dopo le canzoni iniziali la sorpresa del collegamento con il Papa che risponde ad alcune domande circa la paura dopo la stesse del treno in Puglia; il fenomeno della violenza  verbale e delle sue conseguenze; la possibilità di essere uomini e donne di pace in un mondo di violenza. Il Papa ci invita a compiere bene il nostro dovere, a scegliere la strada del bene e del costruire ponti non muri che dividono. Ricorda Maciej Ciesla, un giovane volontario, autore di molti dei progetti grafici della Gmg, morto di cancro a soli 22 anni lo scorso 2 luglio. I medici nel tentativo di salvarlo gli avevano anche amputato una gamba, ma non c'è stato niente da fare, dice Francesco. "Lui voleva arrivare vivo a questo incontro con il Papa, voleva venire con me sul tram che prenderò giovedì, ma ora ci guarda dal cielo".
Ai suoi giovani amici, il Papa confida che la storia lo ha molto colpito e per questo ne parla. "Voi penserete - aggiunge - ma questo Papa ci rovina la serata. Ma la vita è così e dobbiamo abituarci alle cose belle e a quelle brutte".
Dopo aver salutato il Papa i giovani iniziano a danzare le canzoni di Moreno, Iovine e soprattutto dei Nomadi che con soli tre pezzi, ma che pezzi fanno concerto a sè: Dio è morto; Io voglio vivere; Io vagabondo. La gioia è contagiosa, la musica esaltante subito raccogliamo l'invito del Papa a stendere la mano per creare ponti  di comunione e il nostro gruppo guidato da Fabio guida molti in un coinvolgente crescendo di balletti.
La festa per noi si interrompe proprio sul più bello, ma le nostre famiglie ci attendono.
Vogliamo vivere giornate autentiche e sta accadendo. Ringraziamo Dio per averci condotto qui, per averci fatto incontrare, perché più di quanto possiamo comprendere benedice i nostri cammini.

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